Monte Genzana Alto Gizio

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view post Posted on 8/4/2011, 13:22

Padre Gran Sasso, Madre Majella

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Castelli (TE) - C.da Rava

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ASPETTI GEOGRAFICI

Marcella Lufrano - biologo


Conformazione orografica
L’area della Riserva è compresa tra il foglio 153-IV nord-ovest e
152-I nord-est (cartografia IGM 1:25000). I suoi limiti nel settore
nord-orientale raggiungono la porzione del territorio che si
sviluppa ad ovest della strada statale n. 17, comprendendo l’abitato
di Pettorano sul Gizio fino al confine amministrativo comunale,
in direzione sud, di Rocca Pia. Da qui, escludendo appunto
l’abitato di Rocca Pia, il confine prosegue verso sud, sud-ovest
fino a lambire il confine amministrativo stesso. La demarcazione
amministrativa sottolinea, quindi, per un lungo tratto i suoi confini
occidentali, nella porzione di territorio che da Toppe Vurgo
giunge fino al monte Genzana dirigendosi per breve tratto verso
ovest sino a giungere nei pressi del Vallone S. Nicola.
Tralasciando i limiti amministrativi comunali, la linea di confine
scende lungo il predetto Vallone sino ad incontrare un tracciato
stradale abbandonato il quale piega decisamente verso est fino a
ricongiungersi con la strada statale citata all’inizio. In totale il
territorio compreso è pertanto di 3.164 ha.
Il territorio si presenta abbastanza omogeneo nella sua
conformazione strutturale e teoricamente ben fruibile come
riserva naturalistica in quanto l’unico centro abitato, il comune
di Pettorano sul Gizio, pur compreso nell’ambito territoriale
della Riserva, ne occupa una porzione totalmente periferica.
Questo farà sì che la suddivisione in fasce a differente
normativa sarà di gran lunga facilitata in quanto l’area più soggetta
alla pressione antropica, notoriamente i centri abitati e
le zone limitrofe, è posta proprio ai confini della Riserva stessa.
Non a caso, come si evince dall’analisi dell’utilizzo storico
del territorio, le zone dove si sono esercitate le tradizionali
attività si dipartono dalle quote più basse limitrofe il centro
abitato, tendendo alla loro rarefazione sino a raggiungere le
quote più elevate.


image
L’abitato di Pettorano sul Gizio e parte della Riserva Monte Genzana e Alto Gizio.



La stessa energia del rilievo sottolinea ampiamente questa
caratteristica: dai 530 m circa del limite occidentale si perviene
gradatamente ai 2.170 m rappresentati dal monte Genzana.
L’andamento clivometrico, ben evidenziato dalla relativa continuità
delle curve di livello, valorizza e sottolinea questa asserzione.
Nonostante sia notevole la differenza altimetrica tra i
due estremi in una porzione del territorio, è altrettanto vero
che il suo aspetto morfologico testimonia una generalizzata
“morbidezza” di paesaggio, appena interessata dalle cesure
riferite ai valloni provenienti dalla direttrice Toppe Vurgo-monte
Genzana.
Toppe Vurgo (quota 1.917), monte Genzana (quota 2.170) e
monte Mattone (quota 1.515) rappresentano le cime più elevate
nel settore che stiamo considerando; altre elevazioni acquisiscono,
più semplicemente e giustamente, la denominazione di
“colle”, sia per le quote più basse sia per la ulteriore morbidezza
del rilievo (Colle dell’Acero; Colle Marsolina; I Colli; Colle la
Guardiola).
Le valli, le sopracitate cesure, caratterizzano ampiamente il territorio.
Si tratta di incisioni essenzialmente torrentizie alimentate
da sorgenti e dalle acque di fusione e si riconoscono, dalla
toponomastica ufficiale, ben dodici toponimi. Alcuni di questi
sono la denominazione, in successione, di una stessa incisione


image
L'alta valle gentile vista da toppe vurgo
(Vallone S. Margherita - Valle Frevana) e la diversa denominazione
scaturisce o dalla presenza di una sorgente (Valle Frevana da
Fonte di Frevana) o da un insediamento in questo caso sacro:
Vallone S. Margherita dalla omonima S. Margherita in Valle. Altri
toponimi attestano l’utilizzo storico del territorio, in quanto
testimonianza di altri insediamenti pastorali (Ovile dei Montoni,
Ovile del Pelosello); di interessante derivazione la fontana del
Pelosello che ha denominato anche l’omonimo bosco del
Pelosello.
La morfologia del sito, ove è predominante il carsismo, è anche
testimoniata da tre emblematici toponimi: Il Lago (sotto il
monte Mattone), chiara indicazione di una depressione doliniforme
ove si raccolgono temporaneamente le acque meteoriche
e di fusione, oppure, più in basso, il Piano della Grotta ed
ancora più ad est Le Grotte (nei pressi di Colle La Guardiola),
chiaro indizio di cavità naturali probabilmente adibite anche a
ricovero temporaneo del bestiame.
Nel territorio, infine, troviamo indicazione ufficiale di otto scaturigini
a vario titolo, fruite od utilizzate come vedremo più
avanti.


image
La chiesa di S. Margherita in Valle nella parte bassa dell’omonimo vallone.





Idrologia e sorgenti



Le sorgenti

La più importante sorgente del gruppo di scaturigini situata nel
territorio di Pettorano sul Gizio è quella denominata Gizio. È
ubicata a quota 600 m nel Vallone S. Margherita ed affiora al di
sotto di un deposito detritico che riempie l’alveo del vallone
stesso. A tal proposito si riportano alcune portate desunte dal
catalogo delle sorgenti italiane (vol. IX, anno 1964 edito da
Servizio Idrografico Centrale).
Oltre a questa ricordiamo le sorgenti del Frevano poste a sudest
dell’abitato in località S. Margherita con portata 1,5 l/s (279-
1955) e le cui acque erano captate per integrare l’acquedotto
di Pettorano sul Gizio.
Lungo la statale che da Rocca Pia unisce Pettorano sul Gizio, in
località Callarelle, rinveniamo diverse polle rispettivamente
denominate sorgente Gallese, con portata 0,59l l/s (28-9-55) e
sorgente Pinciara I e Pinciara II, rispettivamente con 5,62 l/s e
5,13 l/s (27-9-55).
Nei pressi del Vallone di S. Gioveniale nascono alcune sorgenti
tutte di scarsa portata, ad eccezione di Piantaniccio I con 0,50
l/s e S. Giovenale con 0,88 l/s (27-7-59).
Altre sorgenti di minore portata e interesse sono ugualmente
indicate nell’elenco sopra ricordato e qui di seguito vengono
elencate: Acero; Acque Piche I; Acque Piche II; Ciaramelle; Del
Favo; Fascia; Fonticelle; Marzolina I; Marzolina II; Pacile;
Pantaniccia II; Pantaniccia III; Pantaniccia IV; Pelosello; Varuscio;Tagliole.


Il fiume Gizio


Questo corso d’acqua, che è l’unico presente nel territorio della
Riserva, lambisce il comune di Pettorano sul Gizio. L’etimologia
della denominazione del fiume è fatta risalire, secondo una tradizione
leggendaria, ad Egippo o Pizio, diciottesimo re latino o trigesimo
re d’Italia il quale annegò mentre lo attraversava a causa
di una improvvisa piena (Del Re, 1835). Altre ipotesi indicano
che il nome Gizio o Gizzo derivi da Izzo che vuol dire bruno,
forse a causa del colore che assume per le arene del suo letto,
ma questa etimologia risulterebbe sicuramente erronea.
Di fatto nasce al limite nord-orientale del monte Genzana sotto
l’abitato di Pettorano sul Gizio, dove sono localizzate le omonime
sorgenti. Le acque sorgive sono quasi immediatamente captate:

Data Portata Data Portata
15-V-59 4380 5-X-60 4895
17-VI-59 3893 2-XI-60 4158
30-VII-59 3908 15-XI-60 4190
8-VIII-58 3808 2-XII-60 4206
22-IX-59 3504 4-I-61 4149
31-X-59 3466 27-II-61 4827
30-XI-59 3761 17-III-61 4229
29-XII-59 3668 10-IV-61 4265
23-I-60 3971 8-V-61 3986
4-III-60 4425 7-VI-61 4160
10-III-60 4555 5-VII-61 4237
8-IV-60 4724 3-VIII-61 4154
8-V-60 3644 25-IX-61 4046
10-VI-60 4751 9-X-61 3921
4-VII-60 5088 23-X-61 3998
1-VIII-60 4568 7-XI-61 3492
9-IX-60 4652 6-XII-61 3552


dapprima in sotterraneo per usi potabili, dai comuni di
Sulmona e Pettorano con una derivazione che preleva circa
0,350 mc/sec, quindi dall’ENEL con un canale in cui è stata ubicata
la sezione G1 e dove è stata misurata una portata di 1,212
mc/sec; il rilascio in alveo a valle del canale era di 0,072mc/sec
(sezione G1).
Il fiume percorre le prime centinaia di metri incidendo i canali in
facies pelagica della struttura del monte Genzana, quindi devia
verso est per portarsi a ridosso del margine nord-occidentale
della limitrofa struttura del monte Pizzalto. La sezione G2 è
stata ubicata circa 500 m a valle della precedente, poco prima
che il fiume esca dalla struttura del monte Genzana; in questa
sezione è stata misurata una portata di 0,889 mc/sec che individua
una cospicua sorgente lineare. Dopo poche decine di metri,
in destra del fiume, un canale per uso agricolo deriva dal fiume
0,259 mc/sec (sezione Gc2).
Le acque prelevate dall’ENEL alle sorgenti vengono trasferite in
condotta fino alla centrale “Pettorano” dove vengono turbinate;
la restituzione è in parte ulteriormente derivata, in sinistra, per
usi irrigui; le sezioni G3 e Gc3 sono state ubicate rispettivamente:
in alveo a monte del rilascio e nel canale di derivazione agricola.
Le portate misurate sono state di 0,459 mc/sec in alveo e


image
Versante orientale della vetta del monte Genzana (2.170 m).


di 0,880 m/sec nella derivazione; sommando la differenza di portata
non derivata a valle della centrale con la misura fatta in
alveo, la portata complessiva del fiume a valle della centrale di
Pettorano risulta essere di 0,932 mc/sec.
A quota 477 sulla destra orografica vi è un’ulteriore captazione
ENEL (“Presa Pietre Rege”) che nel periodo di misura derivava
integralmente la portata; la sezione Gc4, ubicata nel canale
pochi metri a valle dello sbarramento, ha misurato una portata
di 1,262 mc/sec che se confrontati con i 0,932 mc/sec presenti
in alveo a valle della precedente centrale evidenziano la presenza
di un incremento lineare in alveo di circa 0,330 mc/sec nel
tratto compreso tra le due opere idrauliche il fiume scorre a
ridosso dei depositi in facies di margine del monte Pizzalto.
L’acqua turbinata dalla centrale “Pietre Rege” viene restituita in
alveo e parzialmente derivata dal Consorzio Corfinio; nella stazione
Gc5, ubicata in corrispondenza di detto canale, è stata
misurata una portata di 0,270 mc/sec mentre in alveo restano
circa 0,900 mc/sec.
L’ultimo tratto di fiume, fino alla confluenza con il fiume
Sagittario, è caratterizzato dalla presenza diffusa di derivazioni
abusive, operate da privati, ma soprattutto da un tasso di inquinamento
direttamente proporzionale alla vicinanza all’abitato ed


image
L’intero territorio dove si estende la Riserva Naturale Regionale monte Genzana Alto Gizio.


image
La Serra di Colasordo e il monte Mattone visti dalla vetta di monte Genzana, sullo
sfondo il versante occidentale del massiccio della Majella.

alla zona industriale di Sulmona; non è stato possibile eseguire
le misure sul fiume Gizio nel tratto urbano e la portata terminale
del fiume è stata ottenuta per differenza delle sezioni S5 ed
S6. Il valore di 0,500 mc/sec attribuito al Gizio risulta in difetto
rispetto alla differenza tra le sezioni Gc4 e Gc5 e la discrepanza
può essere attribuita proprio alle azioni delle suddette derivazioni,
non autorizzate (Salvati, 1996).

image
Schema delle portate misurate nella campagna primaverile marzo 1995.

LA FAUNA.


La Riserva Naturale presenta una grande diversità biologica, offrendo un panorama quasi completo della fauna appenninica.
Indipendentemente dalla ricchezza faunistica generale, è importante sottolineare che in Riserva, e nei territori adiacenti, sono presenti due importanti entità faunistiche, indicate come specie di interesse comunitario da direttive dell'Unione Europea (CEE...): l'orso (Ursus arctos marsicanus) che ne è anche il simbolo, e il lupo (Canis lupus).
Tra gli altri carnivori sono presenti la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), la donnola (Mustela nivalis), il tasso (Meles meles), la martora (Martes martes) e il gatto selvatico (Felis sylvestris). Gli ultimi due in particolare si rivelano importanti indicatori delle condizioni ambientali generali dell'area perché le loro esigenze ecologiche sono molto particolari in quanto a tipo e naturalità del bosco e a ricchezza in roditori.
Tra i Cervidae sono presenti il capriolo (Capreolus capreolus) e il cervo (Cervus elaphus), diffusi in maniera uniforme. Altri mammiferi la cui presenza è stata segnalata sono il ghiro (Glis glis), il moscardino (Muscardinus avellanarius), il quercino (Elyomis quercinus), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) e la lepre (Lepus europaeus).
La Valle Peligna e la Valle del Sagittario rappresentano aree di continuità importante per i transito degli uccelli che attraversano l'Appennino durane le migrazioni.
Sul territorio della Riserva non mancano specie di interesse biogeografico. Tra gli Ardeidae si segnalano regolarmente la presenza dell'airone cenerino (Ardea cinerea) e dell'airone rosso (Ardea purpurea); mentre cicogne e Anatidi migratori, come l'oca selvatica (Anser anser) e il germano reale (Anas platyrinchos), possono sorvolare la valle del Gizio per raggiungere il Lago di Scanno e il Lago di Barrea.
Tra i rapaci sono frequenti gli avvistamenti del falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), dell'astore (Accipiter gentilis) e della Poiana (Buteo buteo).
L'aquila reale non sembra nidificare nella Riserva ma è facilmente osservabile durante le incursioni sulle praterie di alta quota; altri predatori sono il lodolaio (Falco subbuteo) e il raro falco pellegrino (Falco peregrinus).
Nella Riserva del Genzana Alto Gizio la fauna invertebrata e in particolare i Lepidotteri sono rappresentati da molte specie, con popolazioni a volte numerose che occupano ampie zone e in altri casi molto localizzate.
Nei boschi misti, nei prati di media montagna e nella valle lungo le sponde del Gizio vi sono farfalle con più generazioni l'anno ed è possibile incontrarle dalla primavera alla fine dell'estate. Vi sono poi specie migratrici come la vanessa del cardo (Vanessa cardui) e la vanessa atalanta (Vanessa atalanta) che dal Nord Africa e dalle coste meridionali del Mediterraneo raggiungono il Nord Europa.


LA FLORA


Nel territorio della Riserva sono rappresentati tutti i piani bioclimatici dell'Appennino centrale, dal collinare all'alpino, con alcune tipologie vegetazionali più stabili.
Sul piano collinare dominano boschi termofili di roverella (Quercus pubescens) e carpino nero (Ostrya carpinifolia).
Sul piano montano la faggeta, sul piano subalpino arbusteti prostrati, sul piano alpino le praterie culminali.
Le rupi e i pascoli di alta quota rappresentano le aree più peculiari della Riserva dove si localizzano le specie più interessanti, per la maggior parte entità a carattere relittuale ed endemico come Aster aplinus, Astragalus vesicarius, Cirsium acaule, Euphorbia gasparrini subsp. Samnitica, Festuca bosniaca, Festuca paniculata, Saponaria bellidifolia, Genista sagittalis, Ranunculus oreophilus, Leucanthemum caratophylloides.
Un altro elemento interessante del settore cacuminale del Genzana è costituito dai residui della fascia degli arbusti contorti che si localizza oltre i 1.800 metri, costituita essenzialmente da ampie macchie circolari di Juniperus nana a cui spesso si associano Rhamnus aplinus, Daphne mezereum e Daphne oleoides.
Sulle rupi invece si rinvengono interessanti e rare formazioni a Rosa pimpinellifolia, riscontrabili in maniera così frequente sui Monti Pizzi.
Inoltre, si sottolinea la presenza della Brassica gravinae, specie endemica dei ghiaioni dell'Appennino centrale, abbondante sul Monte Genzana. Il nome della specie, gravinae, deriva da Pasquale Gravina, medico di Pettorano sul Gizio, il quale, nella prima metà del secolo scorso fu corrispondente di Michele Tenore per la Flora Napoletana e da cui ricevette la dedica della pianta.


ITINERARI


Vallone di Santa Margherita

È la valle principale ed il percorso più noto della Riserva. Ha inizio nei pressi delle sorgenti del fiume Gizio a quota 580 m. Il primo tratto si sviluppa su una comoda strada carrabile fino alla Chiesa di Santa Margherita, sul versante opposto si può visitare l'Area archeologica del santuario di epoca italica. Superata Fonte Frevana si percorre (a piedi) l'intera valle fino a raggiungere Valle Cupa, attraversando un'estesa faggeta si arriva a quota 1.639 m. Da qui, seguendo un'antica mulattiera, si sale fino alla vetta del Monte Genzana a quota 2.170 m.

Dislivello: circa 1.590 m - Tempo di percorrenza: 5 h - Difficoltà: Alta



Itinerario 2 Vallone Lavozza - Alte Quote

Il percorso ha inizio dalla strada provinciale dell'Albanese poco dopo Ponte D'Arci, a quota 542 m, dove, si può parcheggiare la macchina e proseguire a piedi, in bici o a cavallo in quanto il tracciato si sviluppa interamente su strada carrabile. Il percorso, ripido in alcuni tratti, attraversa un bosco di faggio fino al rifugio Il Lago alle pendici del Monte Mattone. Si sale fino a quota a 1.630 m nei pressi della Fonte dell'Acero. II resto del percorso è interamente in alta quota con magnifiche vedute su tutte le vallate della Riserva. Giunti a Toppe Vurgo, quota 1.773 m, si esce dai confini della Riserva e si può raggiungere, sempre su strada carrabile, l'Altopiano delle Cinquemiglia.

Dislivello: circa 1.23.1 m - Tempo di percorrenza: 6 h - Difficoltà: Alta



Itinerario 3 Strada Napoleonica

Il percorso si sviluppa interamente lungo l'antica strada Napoleonica. Si parte dal centro storico vicino l'antica locanda a quota 656 m e si raggiunge: l'abitato di Rocca Pia. L'itinerario, panoramico e di elevato interesse storico, in passato era l'unica strada di collegamento tra la Valle Peligna e l'Altopiano delle Cinquemiglia.

Dislivello: circa 500 m - Tempo di percorrenza: 2 h - Difficoltà: Bassa



Itinerario 4 Valle Marsolina

Il percorso ha inizio nell'alta Valle Rea a quota 900 m. dopo aver lasciato la strada Napoleonica percorso n. 3. Sì attraversa Valle Marsolina passando in prossimità dell'omonima sorgente a quota 1.157 m si prosegue fino a raggiungere il percorso n. 2 a quota 1.670 m circa. II percorso non è carrabile.

Dislivello: circa 770 m - Tempo di percorrenza: 2 h - Difficoltà: Alta



Itinerario 5 Le Pendici - La Fascia

Il percorso inizia dall'antica Locanda a quota 656 m e si sviluppa interamente su strada mulattiera. Un primo tratto è all'interno del bosco di roverella e carpino fino a Le Pendici a quota 1.056 m. Qui si incontrano due sentieri, il primo consente di scendere fino alla fontana di Frevana, il secondo si ricollega al percorso n. 4 Valle Marsolina. Il sentiero prosegue all'interno della faggeta e giunge al rifugio di La Fascia a quota 1.650 m.

Dislivello: circa 1.000 m - Tempo di percorrenza: 3 h - Difficoltà: Alta



Itinerario 6 Piano della Grotta

È un breve e ripido percorso di collegamento tra il Vallone di Santa Margherita e il rifugio II Lago. Il sentiero inizia nei pressi di Fonte Frevana a quota 830 m e raggiunge il sentiero n. 2. a quota 1.413 m.

Dislivello: circa 580 m - Tempo di percorrenza: 1 h e 30 min - Difficoltà: Media



Itinerario 7 Valle Luna

Il percorso è carrabile nel tratto iniziale fino al rifugio Delle Tagliole a 963 m e prosegue su sentiero fino a Prato Cupo a quota 1.790 m. una delle zone più suggestive della Riserva.

Dislivello: circa 83 0 m - Tempo di percorrenza: 2 h e 30 min - Difficoltà: Media



Itinerario 8 Le Tagliole

È il sentiero che collega il percorso n. 7 Valle Luna a quota 1069 m, con il percorso n. 10 Valle Gentile a quota 1285 m.

Dislivello: circa 300 m - Tempo di percorrenza: 1h - Difficoltà: Bassa



Itinerario 9 Polesello

È il sentiero che collega il percorso n. 7 al percorso n. 2, consente di raggiungere il rifugio del Pelosello a 1.675 m e l'Ovile dei Montoni poco più sopra.

Dislivello: circa 250 m - Tempo di percorrenza: 1 h - Difficoltà: Bassa



Itinerario 10 Valle Gentile

II percorso inizia dalla vecchia SS 17 nel territorio di Rocca Pia a quota 1.198 m ed è interamente su strada carrabile. Attraversata Valle Gentile, la strada prosegue in direzione sud-ovest, seguendo i confini della Riserva fino a Toppe Vurgo. per ricollegarsi al percorso n. 2 a quota 1.785 m.

Dislivello: circa 590 m - Tempo di percorrenza: 2 h - Difficoltà: Bassa



Itinerario 11 Vallone San Nicola

È il sentiero che da Forca Perrito a quota 1.202 m conduce direttamente alla vetta del Monte Genzana a quota 2.170 m. Il percorso molto panoramico si sviluppa all'interno del Vallone San Nicola.

Dislivello: circa 970 m - Tempo di percorrenza: 3 h - Difficoltà: Alta



Itinerario 12 Le Callarelle

È un breve e comodo percorso da fare a piedi che inizia nei pressi del Ponte della Vittoria a quota 670 m e conduce alle Cascatelle del torrente Riaccio.

Dislivello: circa 100 m - Tempo di percorrenza: 30 min - Difficoltà: Bassa



Itinerario 13 L'Obaco della Castagna

Il percorso ha inizio nei pressi del vecchio cimitero di Sordignale, a quota 560 m. Dopo aver costeggiato il fiume Gizio e oltrepassato il ponte della ferrovia, si arriva alla Castagna per ricongiungersi al percorso n. 2 a quota 675 m.

Dislivello: circa 120 m - Tempo di percorrenza: 40 min - Difficoltà: Bassa



Itinerario 14 Monte Genzana

Il percorso inizia a quota 1.747 m e raggiunge la vetta del Monte Genzana a quota 2.170 m.

Dislivello: circa 450 m - Tempo di Percorrenza: 2 h e 30 min - Difficoltà: Alta
 
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