MATESE - anello campitello di roccamandolfi,valle fondacone,campanarielli,colle tamburo 6-11-2012PARTENZA : CAMPITELLO DI ROCCAMANDOLFI 1230m.
ARRIVO : COLLE TAMBURO 1982m.
Dopo le programmazioni di rito, da una settimana prima, mi avvio 2 giorni prima da Castelli per fermarmi a Pescara, e, il 6 mattina, parto alle 4 di notte, per arrivare alle 5 a Lanciano, dove mi incontro con Cristiano,quindi partiamo verso il Molise. Volevo fare questo giro da anni, fin da quando studiavo a Isernia all'università, e dalla finestra di casa osservavo le ultime propaggini occidentali della catena del Matese, con il monte Patalecchia ed il suo ripetitore.
Dopo il forte vento da ovest nei giorni precedenti, l'aria sul fondovalle è più fresca, ma in quota c'è ancora vento.
Dopo un lungo viaggio per la val di Sangro, ci fermiamo a goderci l'alba presso Capracotta, che si staglia illuminata dal chiarore del sole, e sullo sfondo la Majella. la luce è soffusa, i lampioni sono ancora accesi e nelle case si cominciano ad accendere le prime luci. Da lontano sembra un presepe. Dopo aver superato il valico, ci imbattiamo in serie di pale eoliche, purtroppo recenti.
La devastazione dei monti frentani e dell'alto molise, purtroppo prosegue, in nome di energia pulita solo di nome, che distrugge montagne,paesaggi e fauna per solo interesse economico, portando ai paesi che svendono i propri territori che poche briciole.
In lontananza, tra le nubi basse,volteggia un nibbio. Questa specie,molto presente tra i monti dell'alto molise e frentani, è seriamente minacciata proprio dalle pale eoliche.
Proseguiamo scendendo per Pescolanciano, quindi sulla Trignina fino a sbucare sulla piana di Isernia e proseguire in direzione Boiano.
Dalla strada per Roccamandolfi la visuale è mozzafiato, anche con il cielo coperto. Il bosco è in tre colori, progressivamente salendo di quota, dal verde,al giallo, al rosso dei faggi nei valloni, e il fondacone fa bella mostra di se. Ci fermiamo due volte a scattare foto, poi proseguiamo. Quello che colpisce , rispetto alle montagne dove viviamo, è la complicata struttura geologica dei luoghi, con vallette e vallecole laterali,spesso molto incise, piccoli pianori carsici in successione che spesso ingannano l'occhio. Sono luoghi selvaggi, dove è possibile perdersi, per noi che siamo abituati a creste nette,come il gran sasso o la Majella.
L'unico luogo paragonabile sono i Monti Della Laga.
Breve sosta al bar del paese, dove chiediamo qualche informazione ai locali e ad un forestale,senza però ottenere granchè,proseguiamo per una lunga e stretta strada asfaltata, spesso con bivi privi di indicazioni, fino ad arrivare nell'ameno pianoro Campitello di Roccamandolfi, attrezzato qua e la per bivacchi, e meta invernale per i praticanti dello sci da fondo. Ci incamminiamo sull'erba ancora verde, tra le faggete sui lati, sbucando poi su un pianoro piu grande, il vero Campitello, dove ci portiamo sulla sinistra cominciando a salire nella faggeta lungo una sterrata,seguendo una linea di cresta.
Colpisce subito l'altezza dei faggi, con i tronchi rivestiti di muschi e licheni.Evidentemente la faggeta è meglio strutturata, e si fanno sentire gli effetti della pluviometria dei luoghi. Roccamandolfi infatti ha di media 1900mm. annui.
Ci teniamo traversando a mezzacosta nel bosco, incontrando piccole doline dal fondo piano, fino a sbucare su una sella tra due cime. Sotto di noi si aprono i vecchi stazzi e prati delle Masserie di Vallesecca, dove pascolano alcuni cavalli, e sulla sinistra comincia la cresta del Tamburo, con i circhi glaciali sottostanti. Quindi ci dirigiamo verso le pareti di roccia, attraversando un crinale morenico ben evidente.
Faccio una piccola descrizione del glacialismo dei luoghi.
Il versante settentrionale del colle Tamburo , cosi come tutto il Matese, è stato interessato notevolmente dall'ultima glaciazione,che ha lasciato morfologie di erosione relitte. Sulla sommità del matese era presente una calotta, mentre nelle due valli sottostanti dell'itinerario, Fondacone e Folubrico, scorrevano due ghiacciai vallivi. Esse sono separate da uno sperone roccioso, ed ognuna ha due circhi alla testata,posti a quote comprese tra 1600 e 1800m., caratterizzati dalla forma a ferro di cavallo e , soprattutto quelli del Folubrico,da pareti rocciose verticali. Le due valli poi confluiscono assieme nella Valle Rima. Tuttavia, mentre la Valle Folubrico ha profilo piu dolce, quella che mostra i maggiori segni di esarazione glaciale è la valle Fondacone,separata longitudinalmente da uno sperone roccioso detto del Campanariello, caratterizzato da due guglie che si ergono nel mezzo della valle,e che probabilmente emergevano come nunatak dal ghiacciaio.
Nella parte destra orografica,sotto una soglia glaciale, è presente una piccola forra,dove fino a qualche anno fa era presente il nevaio perenne del Fondacone,l'unico del Matese.
Gli accumuli morenici invece sono osservabili lungo le valli tra 1100 e 1400m. di quota.
Dopo questa premessa, proseguo il racconto.
Dal crinale morenico, ci dirigiamo verso il bosco,dove un faggio vetusto fa bella mostra di se, con forma a candelabro. Infine raggiungiamo le pareti, scoprendo una traccia di pastori, ben evidente e frequentata dalle greggi, che taglia a mezzacosta tutto il versante nord-ovest del matese! Le pareti, scure da lontano, sono coperte da un velo d'acqua e caratterizzate da stillicidio, sia per le falde affioranti, che per la pluviometria,ed incise da almeno 2 goulotte. Sicuramente d'inverno il ghiaccio non manca,per eventuali scalate. Proseguiamo lungo la traccia,sempre larga ed evidente,su ghiaione,entrando nel secondo circo glaciale del Folubrico, e da qui con breve deviazione, raggiungiamo una cima rocciosa sullo spartiacque tra valle Folubrico e valle Fondacone, che permette di ammirare i due valloni glaciali. i Campanarielli fanno bella mostra di se, e decidiamo di salire su entrambi. Ripresa la traccia dei pastori, entriamo nel primo circo glaciale del Fondacone, sempre traversando a mezzacosta. Poco più in basso, una cascata si genera dal nulla, fuoriuscendo da un buco nella roccia sul terreno erboso!!
C'è acqua ovunque e ruscelli, nonostante il terreno calcareo!
Il vento comincia a farsi insistente, e la montagna comincia ad incappucciarsi per le nuvole in arrivo da Ovest...segnale che il tempo sta cambiando, anche se ogni tanto ci sono sprazzi di sole che filtra, donando al bosco un aspetto retroilluminato.. Invece la piana di Boiano rimane sottovento,con cielo sereno,almeno per il momento.
Dobbiamo sbrigarci.
Raggiunto lo sperone del Campanariello, incrociamo il sentiero ufficiale di valle Fondacone, e attraversando una stretta cresta tra i due Campanarielli, saliamo su quello di Valle aggirandolo sulla sinistra orografica e poi salendo una cresta erbosa con alcuni passaggi di roccia. Fa freddo,con vento gelido, e con le mani fredde la roccia si fa sentire più tagliente. Dalla cima lo spettacolo è superbo, su tutto il vallone, i faggi rossi ed arancioni, la forra del Fondacone, e i vertiginosi pendii sottostanti. Riscendiamo per la cresta di monte,tra rocce instabili,e saliamo quindi sul Campanariello di Monte.
Qui ci separiamo, Cristiano va a visionare quello che da lontano pareva essere un accumulo di neve vecchia, rivelatosi poi solo un residuo delle nevicate recenti, mentre io mi affaccio verso la forra del fondacone, dove rumoreggia una cascata. La visuale sui due Campanarielli è mozzafiato. I glacialismi del Matese sono evidenti e fantastici. Dopo aver attraversato alcune rocce montonate dal ghiaccio, mi ricongiungo con Cristiano più a monte. Il sole va e viene tra le nuvole, creando giochi di luci ed ombre sulle creste e sul bosco!
Proseguiamo la salita, tra vallecole rocciose, ed una bella piana con tre vecchi stazzi, con recinti di pietre. Una sorta di terrazza panoramica sul Fondacone. Quindi nella nebbia arriviamo al colle Tamburo a quota 1982m., dove ci tratteniamo poco per via del vento forte, ed iniziamo la discesa. Il colle Tamburo è così chiamato perchè una volta il segnale per radunare le greggi dalle valli sottostanti, era scandito da un tamburo dalla cima.
A tratti si scopre il panorama sul versante campano, con prati di fondovalle e colli boscosi. Siamo su un sentiero segnato ora, che seguiamo puntando ad occhio verso il Pianoro Campitello, che si vede più in basso.
A metà tragitto, tagliamo in direzione delle Masserie di Vallesecca, passando vicino ad alcuni stazzi e capanne di pastori. Lo spettacolo e la quiete dei luoghi è però interrotto dalla visione di due pecore impiccate ad un albero...non capiamo se per crudeltà gratuita, o perchè siano esche per i lupi...
La pastorizia sul territorio Matesino è ancora molto diffusa,come simili pratiche barbare. Per una migliore gestione naturale del territorio, andrebbe ridimensionata, visto che questi luoghi sarebbero favorevoli all'espansione dell'orso dal parco nazionale.
è triste notare come il versante molisano del Matese, a differenza di quello campano, non abbia un parco e vincoli di tutela. e la cosa è purtroppo evidente dalle decine di strade che ne tagliano i versanti, da alcuni scempi come la diga di Arcichiaro, fino ad arrivare alla pastorizia e al sovrappascolo, che ancora rende brulle tutte le montagne ad ovest di Roccamandolfi, ed ha completamente spazzato via gli arbusteti oltre il limite della faggeta. Colpisce infatti la quasi totale assenza di ginepri,ramni,sorbi,uva ursina,ed altre piante altrove diffuse...
Molto probabilmente queste zone sono aperte anche alla caccia. Nel bosco e durante tutto il tragitto, a parte gli escrementi di pecore, non abbiamo rinvenuto tracce di animali...nè caprioli,nè cinghiali o animali più piccoli...
Dalle masserie, con un prato ed una bella visuale su tutta la cresta del colle Tamburo, prendiamo una sterrata che poi abbandoniamo per tagliare su un sentiero in discesa,tra faggi vetusti ed alti,fino a sbucare sul pianoro Campitello presso un punto di raccolta di acqua.
Il tempo è in veloce peggioramento, e facciamo appena in tempo a raggiungere la macchina, che la nuvole cominciano ad abbassarsi ed ispessirsi,ed arrivano le prime gocce di pioggia. Siamo contenti del giro esplorativo,che non conoscevamo nessuno dei due, e salutiamo il Matese, dove probabilmente torneremo questo inverno con la neve =)
ALBA DA CAPRACOTTA, SULLO SFONDO A SINISTRA IL GARGANO
CAPRACOTTA E LA MAJELLA
MONTI DELL'ALTO MOLISE
MATESE E COLLE TAMBURO
ROCCAMANDOLFI
FAGGIO AL PIANORO CAMPITELLO
PIANORO CAMPITELLO DI ROCCAMANDOLFI
NELLA FAGGETA
COLLE TAMBURO E MONTE MILETTO SULLO SFONDO
MASSERIE DI VALLESECCA
DOLINA-STAZZO
PARETI DEL CIRCO GLACIALE DEL FOLUBRICO
CRISTIANO SULLA MORENA LATERALE SINISTRA DEL FOLUBRICO
FAGGIO VETUSTO NEL VALLONE FOLUBRICO
PRIMO CIRCO GLACIALE DEL FOLUBRICO
RUSCELLO SOTTO LA GOLA DELLA PARETE
GOLA E STRETTOIA NELLA PARETE DEL CIRCO GLACIALE
DALLE MORENE DEL CIRCO GLACIALE VERSO VALLE E MONTE PATALECCHIA SULLO SFONDO
SECONDO CIRCO GLACIALE DEL FOLUBRICO
TASSO O AGRIFOGLIO NELLA FAGGETA?
LUNGO IL SENTIERO, VERSO LA RAMPA ERBOSA SULLA SINISTRA
VALLE FOLUBRICO DALLA RAMPA ERBOSA
NUVOLE DA OVEST...
VALLE FONDACONE E CAMPANARIELLI, DALLA CRESTA TRA I VALLONI
VALLE FONDACONE, SULLO SFONDO LA PIANA DI BOJANO E LA MONTAGNOLA
PRIMO CIRCO GLACIALE DEL FONDACONE,DALLA CRESTA
FAGGI A BANDIERA
VERSO LO SPERONE DEL CAMPANARIELLO
CIMA DELLA CRESTA TRA FOLUBRICO E FONDACONE
IL SENTIERO DEI PASTORI PERCORSO, SULLA CENGIA ERBOSA TRA LE PARETI.
CAMPANARIELLO DI VALLE
CAMPANARIELLO DI VALLE, DA SALIRE TRAVERSANDO SULLA CENGIA ERBOSA ESPOSTA A SINISTRA
PRIMO CIRCO GLACIALE DEL FONDACONE
IN SALITA...
DALLA VETTA DEL CAMPANARIELLO DI VALLE
VISUALE VERSO IL CAMPANARIELLO DI MONTE E I DUE CIRCHI DEL FONDACONE
CRISTIANO IN VETTA
FORRA DEL FONDACONE E SOGLIA GLACIALE
SCENDENDO PER L'AFFILATA CRESTA,VERSO LA SELLA
SECONDO CIRCO GLACIALE DEL FONDACONE, E ROCCE MONTONATE
POZZA TRA LE ROCCE
RUSCELLO NEL CIRCO GLACIALE
CAMPANARIELLO DI MONTE E DI VALLE
CAMPANARIELLO DI VALLE E FORRA DEL FONDACONE
Edited by - Fabrizio - - 22/11/2012, 14:22