COSTA MOLISANA - costa da marina di petacciato alla torre di petacciato 11-04-2007

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Padre Gran Sasso, Madre Majella

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LE DUNE DI PETACCIATO MARINA



In questo capitolo metterò foto delle Dune dalla stazione balneare di Marina di Petacciato, procedendo verso sud fino al confine del sito di interesse comunitario ,coincidente a sud con il confine col comune di Termoli, dove termina la continuità della fascia dunale, che da quel momento in poi diviene frammentata,incalzata e distrutta dalla speculazione edilizia costiera che caratterizza tutto il litorale di Termoli al contrario di quello di Petacciato.

Procedendo verso sud, si incontra una prima fascia dunale in espansione, favorita dal posizionamento di barriere soffolte in mare, separata dalla retrostante pineta artificiale da una palizzata. Dopo un lungo tratto dove la duna è purtroppo in erosione, si torna ad una situazione di equilibrio presso la torre di Petacciato, dove purtroppo la duna è minacciata dal sovrastante stabilimento balneare e dai discutibili terrazzamenti creati per la sosta, che rischiano di incrementare la pressione antropica. Seguono poi gli ultimi km. di duna prima del confine con Termoli, che a mio parere risultano quelli meglio conservati almeno per quanto riguarda le dune embrionali e quelle mobili, che qui hanno il massimo di biodiversità.
Tutto il percorso verso sud, dalla foce del torrente Tecchio fino alla fine del SIC, è intervallato da piccoli fossi che drenano le colline retrostanti sfociando in mare, e creando piccole zone umide importanti. Sono purtroppo presenti anche accessi a mare , che per fortuna sono ora controllati tramite l'installazione di passerelle per evitare il calpestio sulle dune.
Tuttavia una maggiore vigilanza sarebbe auspicabile specialmente presso gli esercizi commerciali e balneari i quali di anno in anno tendono ad allargarsi...Le mie foto risalenti al 2007/08/09 , confrontate con lo stato attuale, denotano un'aumento della pressione antropica nonostante le norme di tutela, e la sciagurata abitudine di ripulire l'arenile, pur non toccando le dune, con mezzi cingolati. Tale attività oltre che snaturare i depositi marini essenziali per la fauna e la flora, minano la sopravvivenza di specie di insetti, invertebrati,e della nidificazione del fratino che avviene sovente proprio tra le dune embrionali e le prime linee di deposito sulla spiaggia.

Tutto il S.I.C. è stato interessato negli anni recenti dal progetto LIFE MAESTRALE ,che ha comportato il monitoraggio e censimento delle specie presenti, ed azioni volte alla tutela,recupero e valorizzazione degli habitat di interesse comunitario come il posizionamento di passerelle,pannelli,la costruzione di aree di osservazione per l'avifauna e la rinaturalizzazione di aree degradate tramite l'impianto di piantine di specie autoctone e la rimozione di quelle alloctone.

Introduzione

Le dune costiere si formano a seguito dei processi di trasporto e di accumulo eolico operati da parte del vento. L’entità dei processi, oltre a dipendere ovviamente dal contesto climatico e dalla intensità e modalità con cui i venti possono agire sul litorale, è strettamente influenzata dalla disponibilità di sedimenti sabbiosi che possono essere prelevati sulla spiaggia dal vento. Le dune si possono distinguere, oltre che per la loro morfologia, in base al loro diverso grado di sviluppo e stato di attività cui si associa una diversa copertura vegetazionale
(Valpreda, 2006).
In particolare si distinguono:
-
le dune incipienti o embrionali: costituite da piccoli accumuli di sabbia poco
rilevanti sulla spiaggia e privi o quasi di vegetazione; fanno parte del sistema
dunale attivo quando questo è presente;
-
le dune attive (dune mobili, avanduna):
costituiscono la fascia dunale che interagisce con il sistema spiaggia ed
evolve sotto l’azione del vento; presentano una vegetazione di tipo erbaceo fino a cespuglioso;
-
le dune inattive (dune fisse, dune stabilizzate): rappresentano la fascia
dunale stabilizzata, caratterizzata da una vegetazione di tipo arbustivo fino ad
arboreo;
-
le dune riattivate: sono dune che per erosione
dell’antistante sistema di spiaggia-avanduna si attivano e subiscono
l’azione del moto ondoso e del vento.

In questi ambienti le relazioni tra la
componente biotica (cenosi) e abiotica (in particolare vento, maree, aerosol marino)
sono molto strette e complesse. A causa della limitata estensione e dei parametri abiotici
fortemente limitanti che creano una condizione di grande stress ambientale, questi
ecosistemi hanno selezionato specie animali e vegetali altamente specializzate
con particolari adattamenti e strategie, che permettono loro di sopravvivere in un
ambiente tanto estremo (Pignatti, 2002). Le dune costiere possono essere considerate
come punti focali della biodiversità, nei quali si concentrano molte specie e habitat rari e
minacciati (Izzi et al., 2007; Stanisci et al., 2008).Le comunità biotiche che colonizzano le
coste sabbiose sono fortemente influenzate dalle caratteristiche fisiche e microtopografiche
del sistema dunale,collocandosi in questi habitat lungo un
gradiente complesso che si sviluppa a partire dalla linea di battigia, procedendo verso
l’entroterra, perpendicolarmente alla linea di costa. Questo è molto evidente per le
comunità vegetali che danno luogo ad una ben definita zonazione di aspetti floristici,
fisionomici, strutturali ed ecologici, che viene anche denominata sequenza catenale
o zonazione. In condizioni normali, lungo la sequenza catenale, incontriamo per prime le
comunità pioniere, situate più vicino alla battigia e, procedendo verso l’interno, altre
fitocenosi che caratterizzano le dune e le loro retrovie.

La Figura riporta la zonazione della
vegetazione costiera nel tratto costiero del
territorio di Petacciato all’interno del sito SIC
(IT 7228221).



Profilo relativo alla zonazione della vegetazione a
ll’interno del sito SIC Foce Trigno-Marina di Petac
ciato.

24990941917_eff9234e8b_bImmagine by Fabrizio Sulli, su Flickr

I numeri fanno riferimento alle diverse comunità vegetali: 1: cakileto; 2: elymeto; 3: ammophileto; 4: pratelli terofitici; 5: gariga a Assenzio napoletano (Artemisia campestris subsp.variabilis) e Rosmarino (Rosmarinus officinalis) con nuclei di Pino d’Aleppo (Pinus halepensis); 6: rimboschimento a Pino d’Aleppo e Pino marittimo (Pinus halepensis,P.pinaster). Fonte: Stanisci et al., 2006.



La vegetazione psammofila (Figura 2.2) e la macchia mediterranea svolgono una funzione di protezione nei confronti della vegetazione retrostante, fungendo da filtro alla salsedine,all’azione abrasiva della sabbia e all’intensità dei venti. Conseguentemente, lo status di conservazione dell’habitat 2270* è direttamente influenzato dallo status di conservazione degli habitat dell’avanduna. Le emergenze riscontrate sono che: nell’area
costiera di Petacciato marina, a causa di un’erronea gestione forestale, è andata distrutta l’originaria macchia mediterranea, che svolgeva un ruolo fondamentale di protezione e filtro per il bosco retrodunale, e che, in quest’area sono presenti strade di
accesso libero fino alla spiaggia, percorribili anche da auto e moto, che costituiscono un disturbo per lo sviluppo della vegetazione di avanduna.

Analisi floristico-vegetazionale dell’area di
intervento
Al fine di caratterizzare dal punto di vista floristico-vegetazionale, le aree dove sono previsti gli interventi dell’azione C.2 del
progetto Life Maestrale, sono state raccolte tutte le informazioni bibliografiche esistenti (Izzi et al, 2006, 2003; Stanisci et al, 2007,
Acosta 2005) e sono stati svolti 19 rilievi nella vegetazione arbustiva a ridosso dell'avanduna, della dimensione fissa di 16 metri quadri. La vegetazione arbustiva nel suo aspetto più evoluto viene riferita localmente all'habitat 2260 , Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia. Nell’area di Petacciato marina, la macchia ,l’avanduna e la retrostante pineta ,gli arbusti tipici che la compongono sono relegati in piccoli nuclei circondati da
vegetazione ruderale. Tra gli arbusti tipici della macchia mediterranea troviamo il rosmarino (Rosmarinus officinalis) ,il lentisco (Pistacia lentiscus), la fillirea (Phillyrea angustifolia), l’alaterno (Rhamnus alaternus), il mirto (Myrtus communis), l’asparago (Asparagus acutifolius) e l’olivo inselvatichito (Olea europea var sylvestris) .In questi ambienti la macchia dovrebbe essere densa lasciando gradatamente il passo al bosco retrodunale, dalle analisi effettuate si è registrato invece che domina la vegetazione erbacea con specie da incolto (ad esempio Geranium purpureum, Avena barbata, Bromus rigidus, Hypochoeris achyrophorus, Reseda alba, Oryzopsis miliacea, Sixalis atropurpurea, Conyza canadensis ed è frequente la specie esotica invasiva Acacia saligna. La copertura delle specie focali (tipiche) dell’habitat non supera il 20% della
copertura totale della vegetazione a vantaggio della copertura delle specie ruderali e esotiche; lo stato di conservazione dell’habitat 2260 si presenta condizioni critiche. Per caratterizzare la vegetazione erbacea di avanduna (habitat 1210, 2110, 2120) sono
stati svolti 10 rilievi vegetazionali di dimensione di 16m2. Anche questo tipo di vegetazione non è sempre ben
sviluppata: soprattutto nel tratto di costa che si stende tra il torrente Tecchio e il fosso del Mergola si presenta come una fascia molto stretta, ed in alcuni punti è addirittura assente, a causa dell'intensa erosione costiera che contraddistingue questa porzione del litorale di Petacciato. Infatti, camminando sulla spiaggia, oltre alle specie tipiche delle dune
costiere, non è raro trovare pini ed arbusti che crescono a ridosso della linea di costa, esposti ai forti venti marini salsi e all’insabbiamento.


Le tabelle che seguono (Tabelle 2.1e 2.2) riportano la
composizione floristico-vegetazionale della macchia e della gariga
attribuibile all’habitat2260, e della vegetazione di avanduna nelle aree di intervento.Le specie riscontrate nei plotssono state suddivise in 3 gruppi (Specie focali, Specie ruderali/esotiche e Specie
appartenenti ad altri ambienti), sulla base del Manuale Italiano di interpretazione degli
habitat della direttiva 92/43/CEE (Biondi et 009). Per ogni specie è stata calcolata la copertura media in percentuale sul totale dei plot.

28082216889_e3711e90a9_btabella 1 by Fabrizio Sulli, su Flickr

38963070475_a15efa5e42_btabella 2 by Fabrizio Sulli, su Flickr


Nell’area di intervento sono state rilevate 7 specie di chirotteri appartenenti a due famiglie: Vespertilionidae e Molossidae. Tra i vespertilionidi sono presenti: il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), il pipistrello di Savi (Hypsugo savii), la nottola comune (Nyctalus noctula) la nottola di Leisler ( NyctalusLeisleri ), il vespertilio di Blyth (Myotis blythii) e l’orecchione grigio (Plecotus austriacus). Tra i molossidi: il molosso di Cestoni (Tadaridateniotis).

Nell'area è presente anche una piccola popolazione di testuggine di Hermann, costantemente minacciata dal degrado degli ambienti di alimentazione, dall'isolamento genetico dalle altre popolazioni, e dal prelievo di individui a scopo di lucro.





Denominazione sito: IT7228221 – Foce Trigno – Marina di Petacciato.

Localizzazione: Molise, provincia di Campobasso.

Comuni interessati: Montenero di Bisaccia, Petacciato.

Coordinate geografiche: Longitudine: E 14 50 1; Latitudine: N 42 2 32

Ampiezza area: 747,00 ettari.

Altezza: 0 min – 50 max – 20 media

Regione biogeografica: mediterranea



Tipi di habitat protetti in base all’ Allegato I della Direttiva 79/409/CEE:

2270: Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster
2120: Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)
2110: Dune embrionali mobili
2260: Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia
1210: Vegetazione annua delle linee di deposito marine
1130: Estuari
2230: Dune con prati dei Malcolmietalia
1410: Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
2190: Depressioni umide interdunari

FAUNA E FLORA che abitano le dune di Petacciato marina e le aree limitrofe

Uccelli migratori abituali presenti nell’Allegato 1 della Direttiva 79/409/CEE

A026 Egretta garzetta, Garzetta
A073 Milvus migrans, Nibbio bruno
A081 Circus aeruginosus, Falco di palude
A082 Circus cyaneus, Albanella reale
A084 Circus pygargus, Albanella minore
A097 Falco vespertinus, Falco cuculo
A133 Burhinus oedicnemus, Occhione
A133 Himantopus himantopus, Cavaliere d’Italia
A151 Philomachus pugnax, Combattente
A176 Larus melanocephalus, Gabbiano corallino
A197 Chlidonias niger, Mignattino
A196 Chlidonias hybridus, Mignattino piombato
A022 Ixobrychus minutes, Tarabusino
A023 Nycticorax nycticorax, Nitticora
A024 Ardeola rallide, Sgarza ciuffetto
A034 Platalea leucorodia, Spatola
A060 Aythya nyroca, Moretta tabaccata
A120 Porzana parva, Schiribilla
A119 Porzana porzana, Voltolino
A132 Recurvirostra avosetta, Avocetta
A166 Tringa glareola, Piro-piro boschereccio

Uccelli migratori abituali non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

028 Ardea cinerea, Airone cenerino
A136 Charadrius dubius, Corriere piccolo
A165 Tringa ochropus, Piro-piro culbianco
A168 Actitis hypoleucos, Piro-piro piccolo
A230 Merops apiaster, Gruccione
A162 Tringa totanus, Pettegola
A054 Anas acuta, Codone comune
A169 Arenaria interpres, Voltapietre
A145 Calidris minuta, Gambecchio comune
A138 Charadrius alexandrines, Fratino
A137Charadrius hiaticula, Corriere grosso
A118 Rallus aquaticus, Porciglione

Pesci

1120 Alburnus albidus, Alborella appenninica

Invertebrati

1084 Osmoderma eremita

Piante

Ambrosia maritima, Ambrosia marittima
Alkanna tinctoria, Arganetta azzurra
Ammophila arenaria, Sparto pungente
Artemisia coerulescens, Assenzio marino
Artemisia variabilis, Artemisia napoletana
Atriplex halimus, Atriplice alimo
Bolboschoenus maritimus, Scirpo marittimo
Cakile maritima, Ravastrello
Calystegia soldanella, Soldanella marittima
Chamaesyce peplis, Peplide
Echinophora spinosa, Finocchio litorale spinoso
Erianthus ravennae, Canna del Pò
Eryngium maritimum, Calcatreppola marina
Euphorbia paralias, Euforbia delle spiagge
Euphorbia terracina, Euforbia di Terracina
Glychirrhiza glabra, Liquirizia
Juncus maritimus, Giunco marittimo
Inula chrithmoides, Enula bacicci
Lotus creticus, Ginestrino delle spiagge
Medicago marina, Erba medica marina
Myrtus communis, Mirto
Otanthus maritimus, Santolina delle spiagge
Pancratium maritimum, Giglio di mare
Pistacia lentiscus, Lentisco
Rhamnus alaternu, Alaterno
Spergularia marina, Spergularia marina
Suaeda maritima, Suaeda
Tamarix dalmatica, Tamerici di Dalmazia
Verbascum niveum subsp. garganicus, Verbasco niveo



SCANSIONI SATELLITARI DELLA SPIAGGIA DA MARINA DI PETACCIATO AL CONFINE CON TERMOLI.


39094323104_ca5faef640_bmarina di petacciato 1 by Fabrizio Sulli, su Flickr

FOCE DEL TORRENTE TECCHIO A SINISTRA, CON IL CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE E IL CAPANNO DI AVVISTAMENTO. A DESTRA MARINA DI PETACCIATO E L'INIZIO DELLE DUNE A SUD


25931868838_133c3f1383_bdune di petacciato 1 by Fabrizio Sulli, su Flickr

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39772460192_227df03c26_bdune di petacciato 6 torre saracena by Fabrizio Sulli, su Flickr

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24933980117_1502391512_bdune di petacciato 6 marevivo 2 fine sic sud by Fabrizio Sulli, su Flickr















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PRATONE A SINISTRA DEGLI STABILIMENTI BALNEARI, CON FIORITURA DOMINANTE A GINESTRINO DELLE SPIAGGE (LOTUS CRETICUS)



25820353138_2846696509_bDSC02440 by Fabrizio Sulli, su Flickr

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ZONE UMIDE ALLA FOCE DEL TORRENTE TECCHIO, A NORD DI MARINA DI PETACCIATO. ATTUALMENTE NELLA ZONA UMIDA IN SEGUITO AL PROGETTO LIFE MAESTRALE è STATO RICREATO UN LAGHETTO, CON CAPANNO DI OSSERVAZIONE PER L'AVIFAUNA.



25820381088_563a620e87_bDSC02511 by Fabrizio Sulli, su Flickr

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L'INIZIO DELLA FASCIA DUNALE VERSO SUD. PARADOSSALMENTE L'ALTEZZA MAGGIORE DELLE DUNE, E LA BIODIVERSITà MAGGIORE, SI COLLOCANO AL CONFINE TRA L'AREA BALNEARE E IL SITO S.I.C. . LA SPIAGGIA PRIVATA DELLA COPERTURA VEGETALE PER USO TURISTICO, FA SI CHE IL TRASPORTO EOLICO SIA MAGGIORE, INNALZANDO COSì LE DUNE LIMITROFE E DIVERSIFICANDO LA VEGETAZIONE

Edited by - Fabrizio - - 24/1/2018, 01:19
 
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CALYSTEGIA SOLDANELLA ED INULA CRITHMOIDES

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OTANTHUS MARITIMUS


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OTANTHUS MARITIMUS IN PRIMO PIANO


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LOTUS SP. IN FIORITURA ED AMMOPHILA ARENARIA

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DUNE MOBILI A CALYSTEGIA SOLDANELLA


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IL GRANDE CORDONE DUNALE, DA MARINA DI PETACCIATO VERSO SUD. QUI RAGGIUNGE LA MASSIMA LARGHEZZA


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RIFIUTI ABBANDONATI DAI FREQUENTATORI DELLA SPIAGGIA...


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UN'ACCESSO PEDONALE SULLA DUNA


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VERSO LA PINETA


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FILLIREA

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DUNE IN EROSIONE


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EUPHORBIA PARALIAS

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TRANSIZIONE TRA DUNE AD AMMOPHILA ARENARIA E DUNE CON ROSMARINO


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PANCRATIUM MARITIMUM



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SILENE COLORATA, LOTUS SP. E OTANTHUS MARITIMUS

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TAMERICE

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ROVERELLA (QUERCUS PUBESCENS)

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APPRODO DI PESCA

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DUNE IN PESANTE EROSIONE, E CON ACCUMULI DI RIFIUTI SPIAGGIATI O LASCIATI DAI FREQUENTATORI DELLA SPIAGGIA.
 
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OENOTHERA BIENNIS, PARTICOLARE E GRUPPO

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ATRIPLEX HALIMUS, IN PRIMO PIANO


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ERYNGIUM MARITIMUM E OTANTHUS MARITIMUS

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AFFIORAMENTI ARGILLOSI SOTTO IL PIEDE DELLA DUNA. ANCHE SE NE RIMANGONO POCHE TRACCE, SI NOTA LA STRATIFICAZIONE SUB-APPENNINICA CON ARGILLE GRIGE BASALI, E TRACCE DI BLOCCHI CONGLOMERATICI. LE SABBIE ED ARENARIE TRA I DUE STRATI, SONO STATE COMPLETAMENTE SMANTELLATE. IN TUTTA LA COSTA MOLISANA LA STRATIFICAZIONE COMPLETA è RINVENIBILE SOLO NEL PROMONTORIO FORTIFICATO DEL CENTRO STORICO DI TERMOLI.
 
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ECHINOPHORA SPINOSA

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PANCRATIUM MARITIMUM E VERBASCUM NIVEUM SUBSP. GARGANICUM



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PHRAGMITES AUSTRALIS ALLA FOCE DI UN PICCOLO FOSSO


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VULPIA FASCICULATA


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PENDIO AD ARUNDO PLINII SOTTO LA TORRE DI PETACCIATO

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LA PINETA DI PETACCIATO, DALLA STATALE 16
 
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Torre Costiera di Petacciato


FONTE : https://molisecoast.com/poi/torre-costiera-di-petacciato/


La Torre Costiera di Petacciato sorge lungo la Strada Statale che costeggia il Mare Adriatico (SS 16), verso il lato della costa, allo stesso livello della strada e a circa 7 metri sul livello del mare. Situata ai piedi della località omonima Marina di Petacciato, questa torre costituisce l’ultima torre di un sistema difensivo contro i turchi, la venticinquesima stando alla numerazione apportata da Gambacorta. Comunicava a nord con la Torre del Trigno, distante 6-8 km e a sud con la Torre Sinarca, distante 6,5 km.

Voluta da Carlo V nel XVI secolo, la torre si trova in una posizione privilegiata ed è il risultato di precise scelte di carattere strategico. Infatti, tutte le torri dovevano avere la vista su tutti e quattro i lati ed essere in collegamento visivo tra loro e con i paesi retrostanti. La sua forma architettonica rientra nella tipologia di torri del periodo vicereale spagnolo, a base quadrangolare di circa 11 metri per lato, con corpo troncopiramidale di circa 12 metri e con tre caditoie per lato. Dalla pianta disegnata da Gambacorta risulterebbero vani più larghi del solito, risultato del minore spessore dei muri. È la prima torre che si incontra da nord verso la Capitanata, completamente in pietrame. L’interno è a due piani coperti da volte a botte, nel primo si trovava la scuderia e nel secondo l’armamento e il ricovero dei soldati. L’ingresso è a monte, raggiungibile attraverso una scala in muratura in due rampe, con una passerella di legno, facilmente retraibile in caso di necessità. La sua forma quadrata le permetteva di disporre di tre lati di fuoco ed era orientata in modo tale da avere un lato a mare e due lungo la costa.

Oggi la torre si presenta spaccata in due sezioni da una frana del terreno, il tratto di costa che la circonda, almeno per un paio di chilometri, è interessata da fenomeni di smottamento. Dei due tronconi, quello posto sul lato della strada è rimasto pressoché fermo, mentre quello di fronte a esso, lato mare, ha subito un abbassamento di circa 2 metri e una traslazione verso la spiaggia all’incirca di 4 metri, con una rotazione in senso orario.



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DISCUTIBILI, ED A MIO AVVISO OSCENI, INTERVENTI PER FAVORIRE LA FRUIZIONE TURISTICA EFFETTUATI DIRETTAMENTE SULLA SCARPATA E SULLE DUNE PIù INTERNE, SPIANANDO TUTTO CON RUSPE, ED INTUBANDO FOSSI DI SCOLO. IL TUTTO PRESSO IL "VILLAGGIO LA TORRE" DI PETACCIATO , INSIGNITO ANCHE DEL PREMIO FRATINO D'ORO PER LA TUTELA DELLA SPIAGGIA... UN PREMIO IPOCRITA, A VEDERE COME SONO STATI EFFETTUATI QUESTI INTERVENTI A DIR POCO IMPATTANTI NEL 2007.
 
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